Il tratto settentrionale della via. |
Stipiti e soglia originali di una delle tabernae. |
Il percorso basolato della via Biberatica,
rappresenta la cerniera tra la parte superiore e quella inferiore
del complesso. Il nome, non antico, deriva probabilmente dal
vocabolo latino bibere = bere.
Il tratto rettilineo più settentrionale, che si perde
sotto l'attuale via Quattro Novembre, conserva ancora l'immagine
di una via urbana della città antica.
Gli edifici della Grande Aula e del Piccolo Emiciclo, parzialmente
inglobato quest'ultimo dal settecentesco palazzo Tiberi-Ceva,
si affacciano sulla strada con tabernae che conservano
soglie, architravi e stipiti in travertino originali.
La strada basolata è fiancheggiata da ampi marciapiedi
in lastroni di travertino, mentre sulle facciate sono visibili
le tracce di una balconata sostenuta da arcate su mensole
in travertino, forse utilizzata come percorso di servizio.
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Il tratto centrale della via. |
L'arcone che scavalca la via. |
La via devia poi bruscamente e nel tratto centrale, tra
il Corpo Centrale e il piano superiore del Grande Emiciclo,
sale leggermente di quota.
All'estremità meridionale di questo tratto la strada
è scavalcata da un arcone, aggiunto successivamente
per fare da contrafforte alla parte meridionale del Corpo
Centrale: da qui partiva un percorso sopraelevato al di sopra
degli ambienti dell'ultimo piano del Grande Emiciclo, ora
scomparsi.
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L'isolato di via della Salita del Grillo. |
L'isolato di Campo Carleo sul tratto meridionale della via. |
Oltre l'arcone il percorso del tratto meridionale della
via Biberatica scende verso l'attuale via della Salita del
Grillo, che ricalca il percorso di una strada antica.
Da qui, delle scale di cui restano scarse tracce permettevano
di accedere alla via della Torre, ad una quota superiore.
In questo tratto sul lato verso i Mercati la via fiancheggia
un isolato di ambienti disposti su due-tre livelli e scarsamente
conservati, con tracce di interventi tardo-antichi e che inglobano
parti di un muro in grandi blocchi di tufo, forse pertinente
ad un tratto della cinta muraria cosiddetta "serviana"della
città (IV sec. a.C.).
Tra i resti del piano superiore è visibile una piccola
abside che apparteneva alla scomparsa chiesa di S.Salvatore
de Divitiis del IX secolo.
Sul lato opposto della strada si affacciano una serie di ambienti
poco profondi e con ampie finestre, che costituiscono il piano
superiore di uno stretto isolato, in parte inglobato nel palazzo
del Grillo. |